domenica 5 giugno 2011

Quando si parla di corrispondenze vere la meraviglia non tarda a manifestarsi

Tutto sbagliato, pensavo. Tutto da rifare. Questo pensiero ossessivo mi accompagnava mentre aprivo gli occhi e offrivo la mia essenza a questo nuovo giorno uggioso e faticoso. Tutto sbagliato. E intanto bevevo il caffè. Ormai dalle domande ero giunta alle risposte e alla conclusione. Tutto sbagliato. E da dove ricominciare. Da dove. E verso dove. E’ stato allora  che ho acceso il computer. Le mie amiche quelle vere, non solo virtuali, intendiamoci, erano lì. Si cazzeggia anche così in una giornata che sa di novembre e di pensieri pesanti. Poi abbiamo iniziato una sorta di dialogo epistolare che ci ha condotto attraverso i canali del sorriso, della risata, della commozione. Ma soprattutto della complicità. Lanciavo, senza quasi rendermi conto, una richiesta straziante di aiuto, e loro ricevevano e rispondevano, in sincronia. Unite e forti. Allora ho capito che non c’è niente di sbagliato. Benigni mi ha ricordato che bisogna essere felici anche per soffrire e che non bisogna avere paura di soffrire. Tutto il mondo soffre. Ecco, io non so bene come si senta tutto il mondo in questo lento patire però sono certa che le mie amiche hanno gioito e patito con me, che vivono, faticano amano e soffrono come me e con me. Questo è bastato ad illuminare me e la mia giornata. E ringrazio anche questa tecnologia, talvolta balorda, che ci ha permesso di esserci, nel preciso momento di necessità. Ed è esattamente così: quando si parla di corrispondenze vere la meraviglia non tarda a manifestarsi.

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