domenica 31 luglio 2011

Cerchi e linee

Una linea retta
di pensiero
chiaro
incrocia
nel suo gironzolare
lieve
un cerchio
chiuso in sé
appagato
e fiero
della sua
compiuta finitezza.
E’ un attimo
e già
si sono intersecati
i punti di vista
la linea si curva
il cerchio si apre
si insinuano
dubbi
si agitano
domande
si intravedono
nuove strade.
Santifica il vino
delle benedette
colline
l’incontro casuale.
E da quel momento
non vi è più ritorno
la vita
comincia a
profumare
di nuovi tragitti
di incognite
di risvegli del cuore
e di nuove parole.
Il cerchio si fa linea
la linea diviene cerchio
fino a perdersi
l’uno nell’altra
nell’infinità
di ogni attimo.

giovedì 28 luglio 2011

Al dunque

E dunque è vero
io non ti amo
ma t’amo
e tu lo sai.
Ti amo
di un altro
amore
incorporeo
e impalpabile.
Non vale di meno
non costa di più
conta e basta.
Ed è imprescindibile
come un respiro.



mercoledì 27 luglio 2011

Le stanze dell'eterno

Credo nell’amore
irrazionale
embrione potente
che esplode
e si impone
per alchimia
senza bisogno
immediato
di espressioni
verbali.
L’amore
che amplifica
la magia iniziale
con cui si è
manifestato
attraverso
gli sguardi
e poi i gesti.
L’amore
che sussurra la
melodia
e in essa si culla
fortificandosi
nella meraviglia.
Ma molto di più
credo nella
salvifica
parola condivisa
che può
fermare
l’incanto
tessendo
fili di perle
per legare
quegli attimi
già pronti
a svanire
e chiuderli a chiave
nelle stanze
dell’eterno.

martedì 26 luglio 2011

Peccato

Peccato
tu non possa capire
peccato
per tutte le bottiglie abbandonate
in attesa del brindisi
peccato
per il soffritto di cipolla
(preludio al sugo divino)
amaramente bruciato.
Peccato per te
che credi di volare
e invece sei
solidamente fisso
su questa terra così
precariamente stabile
mentre io mi alzo nell’aria
e mi rinnovo costantemente
stando ben attenta
a distinguere le sacre e solide radici
dall’inutile e dannosa muffa
nell’infinito rispetto
per ogni forma d’amore
anche la meno usuale
(la non calcolata).
Peccato esserci solo sfiorati
e mai
veramente toccati.
Peccato.



mercoledì 20 luglio 2011

Danzando

Cadevano le stelle
da quel cielo magico
cadevano giù
sfioravano le nostre teste
e i nostri nasi increduli.
Era veramente
un pezzo di eternità
a frangersi
tra quelle montagne
e le nostre parole
sussurrate appena.
Era poesia
musica
passo.
Era corsa
verso il futuro
il domani
verso
il punto interrogativo.
Ora a pensarci
mi pare appena ieri.
Solo il ricordo
sfocato di quelle
stelle
mi indica
il presunto tempo trascorso.
Ma sono tutte balle
e sterili elucubrazioni
sai?
Esiste solo
l’attimo che precede
quello successivo
e nel mezzo
la danza
che chiamiamo
vita.
E se ci siamo
sbucciate
le ginocchia
non ti devi preoccupare
passerà
e se ci sembra
di aver perso qualcuno
sappi che è solo un’idea.
In qualche
altro Luogo
nel centro più puro
della nostra storia
i nostri amori recisi
ci stanno già aspettando.
E non ho altre parole
per ora
ma so che tu
hai già capito.
Certamente.

domenica 17 luglio 2011

Consistenza

Di affannati respiri
Di notti insonni
Di cuore in attesa
Di ricordi indelebili
Di lacrime cristalline
Di viaggi dell’anima
Di stelle cadenti
Di inquietanti cieli
Di onde ammiccanti
Di amore puro
Di abbraccio inseguito
Di ritrovate mani
Di voci nuove
Di fertili incontri
Di imprescindibili sorrisi
Di occhi curiosi
Di melodie riconosciute
Di infuocate parole
Di canti amati.
E di vaniglia.

Di questo
sanno i miei giorni
quelli andati
quelli presenti
e quelli che verranno
già pronti
a farsi posto
in questo futuro
appannato e incerto
ché di certo abbiamo
il bene
solo
e il passo
unico e inimitabile.

lunedì 11 luglio 2011

Discorrendo

L’attitudine
al voler bene
ha solo un
tipo di espressione
che si chiama
corrispondenza.
Corrispondere
vuole dire
saper cogliere l’altro
condividere il suo patire
così come il suo gioire.
Vuole dire
non voltare le spalle
non girare la testa
non indugiare nel gesto
non eludere la parola.
Vuole dire
esserci
nonostante tutto
anche quando
ci si vorrebbe trovare
in una posizione
differente.
A tutti quelli
che prima ancora
di predicare bene
hanno sapientemente
appreso l’arte
del razzolare male
credo
di non avere altro da dire.
Ho imparato
a cambiare strada
portando però
sempre
dentro di me
un infinito senso
di commiserazione
per tutto quello
che hanno perso
e che continuano
a perdere.
O meglio ancora
per tutto quello
che non hanno
mai
saputo afferrare.

sabato 9 luglio 2011

Immaginando

Mentre parlavi
ti ho guardato
davvero
e allora
ho incontrato
i tuoi occhi
che hanno
incontrato
i miei.
Una piccola
scintilla
si è sganciata
e ha liberato
l’immaginazione
la mia.
E ora
ti vedo
così
mentre penso a te
seguendo
il fumo
di una sigaretta.
Così ti vedo
come anima pura
e corpo voluttuoso
come danza e slancio
partenza e ritorno
sorriso e lacrima.
Come profumo
di bucato
e sapore agrodolce
(quello dei piatti
che amo cucinare io).
Ti vedo così
con un libro in mano
o in coda in auto
ti vedo che ridi
abbracci
baci
e mentre la
sigaretta si consuma
mi ritrovo sorpresa
per questo mio immaginarti
ancora sconosciuto
circoscriverti
e proiettarti
nel mio mondo.
Poi sorrido
amorevolmente
per questa mia
leggera golosità
di vita futura
e di voce nuova
appena sussurrata
limpida come sogno
e come tale
sacra e imperscrutabile.

giovedì 7 luglio 2011

Modulato

Fermo
l’occhio
si posa
sull’immagine
amata
e osserva
il cambiamento
pendente
e modulato.
Ondeggia
lo sguardo
capta
la transizione
dell’anima
verso
altre derive
muovendo
lievemente
oltre
i confini
disegnati.
Non è
l’immagine
a cambiare
ma lo sguardo
che la delinea.
Non è l’essenza
a trasformarsi
è la trasformazione
intima
che la modifica
di attimo
in attimo.
Asciugando
stoviglie
in un gesto
ripetuto
che ci pare
immutato
e immutabile
ci si trova
così
di colpo
distanti
e inavvicinabili.
Persi per sempre
e insieme
ritrovati.
Ognuno per sé
ognuno verso
il proprio destino.

sabato 2 luglio 2011

Piccole sedie

Appoggiare i libri che leggo e le matite con cui sottolineo e scrivo sulle piccole sedie rosse, sbiadite dal sole, che Silvia teneva sul balcone aggiunge poesia ai gesti ed amplifica il senso delle parole. Anche di questo amo nutrirmi, nelle ore che posso dedicare alla salute dell’anima.
Ed è come sbeffeggiare la sorte, il destino, l’assenza. E’ come imporre un segno di presenza reale costante e illesa. E’ come riportare indietro tutta la dolcezza, tutto l’amore, tutta la volontà dell’esistenza pura che non conosce il trascorrere del tempo, ma che sa l’altrove. E’ come continuare a distinguere e riconoscere il valore dell’esserci, e alto sopra le ingiustizie e l’inevitabile passaggio obbligato verso il non-luogo, ricucire attimi e discorsi, rivedere sguardi, rivivere abbracci.
E poi sorridere, per questa ampiezza e questa profondità che a stento contengono quello che per me è il bene. E sentire potentemente la fortuna, toccarla. Stringere in mano qualche lacrima come perla preziosa. Nascondermi in un angolo per essere rincorsa dalla vita incuriosita dal gioco. E infine spernacchiarla di gusto e ridere insieme a lei. Perché lei sa che ho capito. E mi ricambia.