sabato 26 marzo 2011

La danza delle parole

Allora scrivo
quando il tempo
sembra non bastare
quando il posto
sembra quello sbagliato
quando non sento più
intorno melodie familiari.
Allora scrivo
mi attraverso
mi percorro in ogni dove
libero le mie sensazioni
le faccio esplodere
le scateno in una danza
fino a quando dal mondo fuori
non sento tornare un canto
che forse mi  assomiglia.
Allora provo a richiamarle
a portarle indietro
ma non è più possibile.
Sono già oltre loro
sono già altre e altro.
Le ritrovo poi
nei libri e negli scritti altrui
le riconosco e mi riconoscono
e questo ci appaga
e ci rende complici.
Non ci diciamo niente
non più
ma ci facciamo l’occhiolino.
E ricomincia la danza.




venerdì 18 marzo 2011

Senza ombra di dubbio

Neanche il tempo di conoscere
e già ho dimenticato
niente è rimasto
nessun brivido
nessun palpito.
Tutto è andato
come se non fosse mai arrivato.
Mi pare così strano
vagare per  trovare un senso
e poi capire che il senso c’è
ed è esclusivamente nel transito
di questo non-tempo
nello scorrere di questi attimi
che insieme trascinano
il nostro vivere
fatto di ricordi che si rinnovano
e di momenti trascurabili.
È nell’assenza
che prende forma il contenuto
che trema il pensiero
che si manifesta l’appartenenza.
È lì che si delineano
i tratti dell’indelebile.
Tutto quello che rimane
oltre il limite dell’anima
è  leggerezza
che lascia tracce vaghe
e  non riconosce più
l’importanza del momento.
Ed è giusto così
ed è bello qualche volta
alzarsi in volo
tra un ricordo che accende
e uno che quasi si fatica
a identificare come tale.
È bella questa lievità
così rara e allegra
che mi invita a sorridere
e poi a ricominciare a sognare.
Da e verso dove so io.
Io solamente.
Senza ombra di dubbio.


.

sabato 12 marzo 2011

Autoreferenzialità

Nutrita la parola con la forma preferita
vestita a misura di necessità
spogliata subito della possibile e auspicabile verità
impossibilmente capaci di aderire
al tessuto connettivo che la compone
perché estranei al contenuto che rileva
in molti parlano e scrivono tanto per
senza senso né misura
per sentito dire o per falsa appartenenza
in un' inutile danza autoreferenziale
convinti di essere autentici e originali
sempre pronti alla critica poco costruttiva
fieri della propria ignoranza mascherata da cultura
indifferenti al dettaglio, al punto esclamativo
alla virgola che ci distingue o ci accomuna.
Incapaci di stimolare la particolarità
privi di filtro per attraversare l’esperienza
svuotati dalla curiosità vitale che accende cuore e intelletto
galleggiando in questo vuoto omologato.
Fermi e inutili come sassi lanciati in un prato.