Da un punto
a una virgola
passando per i due punti:
districando e schiarendo
evidenziando le sfumature
riavvolgendo il senso
attraversando la difficoltà.
A larghe pennellate
di vita.
Guardare in faccia il sacrificio
trasformandolo in possibilità.
Rivalutare la fatica.
Amare tutto
-perché tutto è passo
e movimento-
imparando a distinguere
il sentimento puro
e celato
dalla finzione mascherata
e ostentata.
Chiudere la porta
quando è il momento
trovando il coraggio di decidere.
Stringersi in un abbraccio
anche prima di andarsene
e mostrarsi di schiena.
A larghe pennellate
di vita.
Perché come dice
Manuela il pennello
nello smalto per unghie
deve essere largo.
Per non lasciare vuoti.
E cosi nella vita.
Aggiungo io.
Sorridesti
ed i tuoi occhi
si illuminarono
così non capii
che avevi il cuore
spezzato.
Poi fu silenzio.
Il mio vagare.
Il punto di
domanda
su di me
su di noi
che tacitamente
rinnovavo.
Non capimmo.
Non potevamo capire.
Gli anni chiusi
mentendo al nostro meglio
per poter sopravvivere
alla bufera
ci hanno snaturato
inevitabilmente.
Ed è ipocrita e banale
far finta
che così non sia.
L’Anima
-quella vera
si è pietrificata.
Stenta a manifestarsi.
Ora tornare alla
luce gridando
-sono io, eccomi,
sono così,
porto in grembo
il tormento
il segreto
la bugia-
diventa quasi
impossibile.
Io ti ho visto
e tu lo sai.
-Guarda meglio dentro me,
analizza il mio dettaglio-
Vorrei dirti, adesso.
Ma resta
quel punto di domanda
a tormentarmi.
E non so risolvermi.
Non da sola.