Dopo la fatica del viaggio le trasformazioni le lacrime secche. Dopo la sua morte il suo ultimo abbraccio l’inaccettabile assenza. Dopo la caduta la salita impervia le gambe stanche. Dopo aver guardato come sempre il cielo e le sue nuvole e finalmente aver ritrovato insieme alla loro poesia anche me e il mio senso ho sentito come un richiamo. Ti ho sognato perso e caduto così ho allungato la mano e con essa ti ho ceduto un palloncino colorato per riprendere il volo. Mi è sembrato di vederti rialzare e fluttuare nell’aria. Mi è sembrato di vederti sorridere con occhi vivi e luminosi. Poi si è fatto giorno la luce intensa ha acceso le vie di questa città e quelle del cuore. Così ho ripreso il passo sospesa e inafferrabile fuori e dentro il sogno completamente rapita dal mistero vitale dei richiami dell’anima.
Non voglio niente indietro non coltivo rimpianti non eludo il presente non voglio i giorni volati gli anni vissuti le occasioni perse. Non mi rammarico per le scelte fatte perché così doveva andare e tutto è avvenuto in linea col mio sentire in corrispondenza di quello che sono e soprattutto del percorso che avevo fatto nell’attimo stesso in cui ho deciso di chiudere porte di aprirne altre di conservare chiavi di ricordare parole d’ordine o di gettare al vento ogni cosa. Oggi sono finalmente leggera e convinta che sia la vita a scegliere e che la vita non tradisca a patto che non siamo noi i primi a tradire il nostro essere e io non mi sono mai tradita e neanche ho rifiutato di scegliere anche quando avrei solo voluto chiudere gli occhi riprendere il respiro e svegliarmi in un giorno migliore. Per questo non rimpiango i momenti già stati voglio solo futuro e luce e voglio vita e amore immenso imprescindibile incontenibile amore unica costante certa del nostro passaggio. Perché l’amore non ci lascia ci forma e ci forgia fino a diventare tutt’uno con noi non ci è dato di fuggire bisogna arrendersi inchinarsi all’incanto dimenticare il peso del tempo e cominciare a volare. Alto, molto in alto.
Resto in ascolto cuore libero ritmo assecondato piccoli gesti nell’etere passi estranei sul selciato di umanità sconosciuta. Poi l’unione per un attimo con lo sguardo di un altro vita che si apre come libro. Ne vedo il peso scovo la gioia ne sento il dolore diventano miei con piccoli gesti quasi invisibili si mostrano dolori compressi in singhiozzi trattenuti silenzi obbligati abbracci negati gioie infinite amori sconfinati. Certi sguardi scendono in profondità arrivano dentro superano la barriera srotolano la matassa disegnano sorrisi complici. Certi occhi riportano a casa a una casa che è mondo e condivisione. A una dimora cui serve anche solo un sorriso per aprire le finestre e cambiare aria per continuare a respirare. E così ne approfitto respiro anche io aria di altre anime che colmano di grazia la mia. Poi proseguo ma è un proseguire illuminato dalla meraviglia di sentirmi parte di un tutto tra gli scaffali di un supermercato le urla dei bambini e miei occhi umidi che non smettono di cercarne altri. Passo a passo vita con vita.
La verità è che tutta l’indifferenza, tutta la cattiveria, tutta la brama di potere, tutto questo schifo esibito, tutto questo odio che viola i diritti umani, che nega le ragioni dei più deboli, che uccide come se fosse normale, che inneggia alla sopraffazione, che confonde le carte muovendo anime come pedine, ecco, tutto questo marcio, tutta questa violenza che si insinua nei nostri modi, nei nostri pensieri tentando di svegliare la bestia che è in noi, rendendoci osceni e disumani riesce solo a ferirmi e a farmi sanguinare (ma le ferite guariscono, come torna primavera) senza smuovere di un millimetro il mio assetto, il mio essere, la mia percezione e coscienza dell’altrui respiro, la mia condizione umana. Senza nuocere al fiore che dimora in me. Perché io sono umana e umana voglio rimanere. Perché altra condizione di vita non so, e non voglio conoscere. E anche oggi dopo questo lungo patito pensare non è stata la testa a rispondermi ma un luogo più puro e più forte, il mio cuore.
Oggi no non vengono le parole a consolarmi a offrirmi rifugio e protezione. Oggi è vuoto e buio e orrore. Oggi non c’è casa e non c’è strada. E dentro di me non ci sono slanci solo lacrime secche che fanno più male e un incendio devastante che brucia incessantemente e a mano a mano divora ogni briciola di speranza ogni visione di futuro. Oggi è un giorno soffocato è un giorno muto. E privo di amore.
Non tornano uguali i giorni certi colori certe lacrime. Non tornano le stesse nuvole lo stesso sole gli stessi baci e nemmeno i sorrisi già dati. Niente torna nella medesima forma non torniamo noi così come eravamo prima che la vita decidesse insindacabilmente e che lasciasse il suo segno con ampi solchi sui nostri visi. Nella trasformazione che è in sé imposta e voluta dobbiamo riassestare il nostro passaggio cercando il punto di equilibrio sospeso tra ragione e sogno e inevitabilmente ci troviamo a bilanciare con l’asse del presente il passato e il futuro le risposte già avute le domande già fatte. Quello che invece torna sempre in sintonia con le anime affini è il costante fluire del nostro essere la sua inconfondibile essenza che è luce e ombra. E insieme a questo nostro preciso sentire torna perennemente una domanda nuova che ha già in sé la risposta. E che si chiama amore.
Credo che dovremmo iniziare a prenderci cura delle piccole cose, delle persone che ci sono vicine, intuire i loro bisogni, saperle aiutare, anticipare le loro richieste, essere presenti senza disturbare. Questa è rivoluzione. E se non attiviamo questa non potremo attivarne altre, più grandi e più lungimiranti. Perchè essere lungimiranti vuol dire agire nel proprio piccolo mondo. Vuol dire dare amore al nostro piccolo mondo affinchè si estenda e si amplifichi. Ecco mi è uscito il rospo, finalmente!
Così è arrivata tutta questa bellezza prepotentemente senza avvisare senza indugiare. In un attimo è stata qui è trasversale tocca ogni mia corda ogni mia forma di amore tutte le onde della mia anima tutti i sogni del mio cuore. È ovunque mi sorride si inchina scrive, parla, canta. È donna e uomo è casa e fuga è partenza e ritorno. Ma soprattutto è viaggio è strada è treno è mare e montagna è calma e ansia. Ansia di vivere voglia di condividere voglia di conoscere consapevolezza di aver conosciuto e condiviso certezza di voler continuare a farlo ora anche con queste parole che mi frullano in testa e il cuore mi batte forte e mi sento colma d’amore e di gratitudine. E forse volerò in cielo come palloncino colorato ed esploderò sì esploderò per la gioia tra le nuvole e il sole ma non mi importa. Non più. Perché l’invisibile mi ha trovata e mi ha mostrato il dono. E allora sì, che sia esplosione! BOOM.
Scovare la vita negli angoli sedurla con ironia rispettare il suo ritmo. Guardare negli occhi degli altri e trovarne l’anima farmi carico un poco anche del loro dolore. Rispettare le lacrime condividere i sorrisi saper ascoltare in silenzio. Essere pronta sempre a ricevere la Bellezza esistere nelle piccole cose e mantenere alto il sogno non abbandonare i desideri non tradire il mio cuore. Saper riconoscere senza giudicare non avere paura di divenire altro nella trasformazione amare le diversità, anche quelle interiori. Coltivare il gusto del confronto dialettico accarezzare le parole con rispetto profondo. Imparare dai bambini. Essere leggera nel gesto e profonda nel sentimento amplificare la curiosità sapendo sempre approfondire. Vedere l’invisibile e farne tesoro. Avere cura con coraggio di benedire ogni giorno che mi è dato vivendo nel più totale rifiuto del semplice sopravvivere. Essere presente e attenta in ogni attimo. In ogni respiro. Esserci.