Ed è come sbeffeggiare la sorte, il
destino, l’assenza. E’ come imporre un segno di presenza reale costante e
illesa. E’ come riportare indietro tutta la dolcezza, tutto l’amore, tutta la
volontà dell’esistenza pura che non conosce il trascorrere del tempo, ma che sa
l’altrove. E’ come continuare a distinguere e riconoscere il valore
dell’esserci, e alto sopra le ingiustizie e l’inevitabile passaggio obbligato
verso il non-luogo, ricucire attimi e discorsi, rivedere sguardi, rivivere
abbracci.
E poi sorridere, per questa ampiezza
e questa profondità che a stento contengono quello che per me è il bene. E
sentire potentemente la fortuna, toccarla. Stringere in mano qualche lacrima
come perla preziosa. Nascondermi in un angolo per essere rincorsa dalla vita
incuriosita dal gioco. E infine spernacchiarla di gusto e ridere insieme a lei.
Perché lei sa che ho capito. E mi ricambia.
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