martedì 27 marzo 2012

Una voce non basta

Era l’estate del 2004. 
Eravamo in Liguria, io Claudio, il mio più grande amico, e per la prima volta le mie nipoti sole con noi, senza mamma e papà.
Percorrevamo un po’ a fatica, pigri per indole e stramazzati dal troppo sole, il breve tratto di strada che divideva la casa in affitto dalla spiaggia, Matilda, la più piccola sulle mie spalle e Greta per mano a Claudio.
E cantavamo io e Matilda, cantavamo “Musica leggera” di Pacifico, non solo la canzone cantavamo proprio tutto il disco, e gli altri si univano al canto.
Avevamo un sogno, e quelle parole lo rendevano reale, avvicinavano noi grandi alle piccole. 
Cantavamo stonando e la gente ci guardava un po’ allibita.
Ma non ci toccava, cantavamo con gioia il nostro sogno nel cuore.
E ogni sera chiamavamo mia mamma a casa nella sua amata Mondovì, mia mamma che ben sapeva cosa stavamo cantando.
Sono passati molti anni, e siamo tutti rimasti piccoli, come piace a noi.
Mia mamma ha dovuto allontanarsi un po’ troppo presto da Mondovì, per raggiungere Altrove: il posto che attende tutti. 
Ma noi abbiamo continuato a cantare, nella sofferenza e nella gioia.
Abbiamo cantato e cantiamo canzoni bellissime, perché ancora ce ne sono e ce ne saranno. 
Però oggi quando ho ascoltato “Una voce non basta” è stata una cosa diversa, è stato come se qualcuno mi avesse restituito un pezzo di passato: la voce di mia madre tra le altre voci, le ginocchia sbucciate delle mie nipoti, il mio sogno più grande non ancora interrotto. Così, nella piena consapevolezza dell’oggi, ma avvolta in questo commovente ritorno, posso solo ringraziare.
E continuare a sognare.
Cantando.



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