Da un punto a una virgola passando per i due punti: districando e schiarendo evidenziando le sfumature riavvolgendo il senso attraversando la difficoltà.
A larghe pennellate di vita.
Guardare in faccia il sacrificio trasformandolo in possibilità. Rivalutare la fatica. Amare tutto -perché tutto è passo e movimento- imparando a distinguere il sentimento puro e celato dalla finzione mascherata e ostentata.
Chiudere la porta quando è il momento trovando il coraggio di decidere. Stringersi in un abbraccio anche prima di andarsene e mostrarsi di schiena.
A larghe pennellate di vita.
Perché come dice Manuela il pennello nello smalto per unghie deve essere largo. Per non lasciare vuoti.
Sorridesti ed i tuoi occhi si illuminarono così non capii che avevi il cuore spezzato.
Poi fu silenzio. Il mio vagare. Il punto di domanda su di me su di noi che tacitamente rinnovavo.
Non capimmo. Non potevamo capire. Gli anni chiusi mentendo al nostro meglio per poter sopravvivere alla bufera ci hanno snaturato inevitabilmente. Ed è ipocrita e banale far finta che così non sia. L’Anima -quella vera si è pietrificata. Stenta a manifestarsi. Ora tornare alla luce gridando -sono io, eccomi, sono così, porto in grembo il tormento il segreto la bugia- diventa quasi impossibile. Io ti ho visto e tu lo sai. -Guarda meglio dentro me, analizza il mio dettaglio- Vorrei dirti, adesso. Ma resta quel punto di domanda a tormentarmi. E non so risolvermi. Non da sola.